Compie gli
anni Paolo Carta. Forse non tutti sanno
che oltre ad essere marito e produttore di Laura Pausini, è anche un bravissimo
chitarrista che ha suonato nell'album "Non mettere le dita nel naso",
di Francesco di Giacomo, partecipando al tour conseguente…
Il Blog di MAT2020 (estensione del web magazine)
La diramazione del web magazine MAT2020, per una nuova informazione musicale quotidiana
venerdì 19 aprile 2024
Il compleanno di Paolo Carta
Pink Floyd al Piper di Roma il 19 aprile 1968
Mentre in Inghilterra usciva il loro
quarto singolo, 'It Would Be So Nice', scritto da Richard Wright, con 'Julia
Dream' di Roger Waters sul lato B, i Pink Floyd, il
19 aprile 1968, tenevano il loro primo concerto in Italia, precisamente
al Piper di Roma.
Di tutto un Pop…
Wazza
Cosa succede quando un luogo cult
romano, icona della musica e del boom economico degli anni Sessanta, ospita una delle
band più famose e longeve al mondo? Nessuno se ne ricorda.
È la storia incredibile della prima
esibizione italiana dei Pink Floyd, avvenuta il 18 e 19 aprile del 1968 al
Piper Club di Roma, per un totale di due date, quattro concerti – due per
giorno alle 17 e alle 22 – e pochissime testimonianze di questo storico evento.
E dire che ai tempi, il gruppo era nato già da tre anni, aveva pubblicato
l’album ‘The Piper at the Gates of Dawn’ nel 67, e, nel gennaio del 68, aveva
preso tra le sue fila David Gilmour per aiutare il fondatore Syd Barrett –
diventato ingestibile a causa dei suoi problemi mentali – del quale poco dopo
prese il posto, diventando un pilastro della band.
A ricordare l’evento, confermando
vecchi racconti, sono stati gli stessi musicisti sulla loro pagina Facebook
qualche anno fa: “In questo giorno nel 1968, i Pink Floyd suonarono al Piper
Club di Roma, in Italia, un’insolita location situata in una cantina, con una
lunga scala per accedervi”.
Conferma scritta con tanto di foto
annessa che, invero, non ritrae Waters e compagni. Di quel periodo, esistono
solo alcune riprese video, fatte il 6 maggio dello stesso anno durante una loro
esibizione al Palazzo dello Sport dell’Eur per l’International Pop Festival, e
il bootleg Pink Floyd – Fountains of Rome (Etichetta Black Panther Records).
L’album, però, non chiarisce definitivamente le cose; sul retro, infatti, oltre
alle tracce suonate (Scream The Last Scream, Astronomy Domine, Interstellar
Overdrive, Let There Be More Light, Set The Controls For The Heart Of The Sun),
è scritto che la registrazione fu fatta al Piper il 6 maggio del 1968 (non il
18 e 19 aprile) e la formazione dei Pink Floyd riporta il nome di Syd Barrett
che, ai tempi, era stato già sostituito da Gilmour.
giovedì 18 aprile 2024
Osanna: "Preludio, Tema, Variazioni e Canzona"
mercoledì 17 aprile 2024
Strane coincidenze per gli ex Beatles il 17 aprile del 1971
martedì 16 aprile 2024
METRONIMIA – CALEIDOSCOPIO ASTRALE, di Evandro Piantelli
METRONIMIA
– CALEIDOSCOPIO ASTRALE
(KEYRECORDS, 2024)
Di Evandro
Piantelli
Quando mi capita tra le mani
il disco d’esordio di un giovane gruppo italiano sono sempre un po’ in
difficoltà perché (e non credo di essere l’unico) vorrei subito inquadrarlo in
un “genere” musicale ben definito. È il risultato di tanti anni di ascolti, di
letture, di presentazioni di dischi e di conversazioni con amici e appassionati
di musica. In realtà mi rendo conto che tentare a tutti i costi di catalogare
un artista può risultare un errore e portarci fuori strada, come è dimostrato
da “Caleidoscopio astrale”, primo
album del gruppo piemontese Metronimia,
uscito l’8 marzo scorso.
In realtà il gruppo si è
costituito nel 2018 ed ha già pubblicato un EP, ma in questi ultimi anni la
band ha subito diversi cambiamenti di formazione, fino ad arrivare alla lineup
attuale: Lorenzo Armando (batteria), Filippo Avena (chitarra,
sax), Davide Bagnis (basso) e Elisa Marchiaro (tastiere e voce).
I brani dell’album sono
caratterizzati da un suono privo di fronzoli e da testi molto interessanti, che
contengono importanti riflessioni sull’uomo e sulla società.
Prendiamo ad esempio il pezzo
con cui si apre il disco e cioè “Carretto” (dove troviamo una
chitarra “acida” ed un organo che mi ricorda un po’ Ray Manzarek), metafora
dell’uomo che corre per raggiungere qualcosa che non sa neppure bene lui cosa
sia. Oppure “Pendolo”, una ballad sull’impietoso trascorrere del
tempo. O ancora “Menzogne”, col suo inizio quasi sudamericano che
sfocia in un graffiante hard rock, dove nel testo si racconta della maschera
pirandelliana che caratterizza l’essere umano, condannato a vivere una vita di
bugie. Anche “Non ci sto”, che chiude il disco, è un pezzo molto
interessante (c’è un bel riff di chitarra che mi riporta addirittura ai Devo),
dove si narra della (triste) storia di un giovane musicista che vede soffocati
(dal maestro di musica e dal produttore) i suoi sforzi per produrre la musica
che piace a lui e che, piuttosto di farsi piegare, sceglie di percorrere una
strada diversa, continuando a suonare, magari per pochi, ma almeno ciò che gli
piace.
“Caleidoscopio astrale” mi sembra un promettente inizio per questo gruppo. I suoni sono decisi e graffianti, la voce di Elisa è notevole e personale ed ogni brano rappresenta un piccolo racconto sul mondo che conosciamo e su temi sui quali a volte non riflettiamo abbastanza. E non fa niente se non riesco a catalogarli in un genere preciso (ecco, ci sono cascato di nuovo).
Per conoscere la loro storia e ascoltare l'album cliccare sul link a seguire...
https://mat2020.blogspot.com/2024/04/un-po-di-storia-e-musica-dei-metronimia.html
Un po' di storia e musica dei Metronimia
Il gruppo è nato nel 2018, quando quattro musicisti si conoscono ad una serie di jam session in un pub di un paesino vicino a Cuneo e decidono di fondare un gruppo. Nella formazione ci sono Filippo Avena alla chitarra, Davide Bagnis al basso, Lorenzo Armando alla batteria e Jacopo Giordano detto Auleta al flauto traverso e alla voce. Il repertorio inizialmente comprende cover dei mitici Jethro Tull, ma ben presto i quattro decidono di provare a far nascere qualche pezzo originale e sono talmente tante le idee in gioco che in pochi mesi vengono completati cinque pezzi, pubblicati nel 2020 in un EP autoprodotto. Successivamente il flautista e il bassista abbandonano la band, ma gli altri due fondatori non si danno per vinti: trovano un nuovo bassista e decidono di proporsi in trio, componendo anche nuovo materiale. Quando però anche il nuovo bassista abbandona il gruppo sembra che i giochi siano finiti, ma ecco la svolta definitiva: il bassista storico Davide Bagnis decide di rientrare e a lui si aggiunge una cantante e tastierista interessata al progetto, Elisa Marchiaro. Con la potente voce di Elisa e l’aggiunta della tastiera il gruppo trova finalmente il suo equilibrio, ultimando in pochi mesi il nuovo materiale e iniziando la sua attività live. Partiti da un sound che strizzava molto l’occhio ai Jethro Tull e al prog rock anni ’70, attualmente il gruppo propone un sound molto più personale, sempre legato al rock dei tempi andati ma attualizzato e pensato per gli ascoltatori di oggi, con testi in italiano che spaziano da riflessioni filosofiche a Dylan Dog.
Band Line-Up
Elisa Marchiaro -Voice, keyboards
Filippo Avena - Guitars, tenor saxophone, backing vocals
Davide Bagnis- Bass guitar
Lorenzo Armando-Drums, percussions,
backing vocals
CD Track Listing (cliccare sul titolo per ascoltare)
Dibattito
Sei grande ormai
Mana cerace
Re infelice
Web and Social Media Links:
https://www.instagram.com/metronimia.prog?igsh=ZHA5aXBxYjh3aHhn&utm_source=qr
https://open.spotify.com/album/2mOkD7GkMC5oStrR1VjHsQ?si=tifZ-nuPSyyOKQBDvDPbmg&utm_source=whatsapp
https://www.facebook.com/metronimia.prog
lunedì 15 aprile 2024
Racconti sottoBanco: usciva il 15 aprile del 1975 "BANCO"
Usciva il 15 aprile 1975 "Banco", pubblicato dalla Manticore, casa discografica di E.L.&P.
Come nacque la copertina…